Rosanna ha 61 anni, è una paleografa e insegnante di italiano

e ha scoperto di essere intollerante al lattosio quasi venti anni fa

Le abbiamo chiesto come è la sua vita senza latte.

Cosa vuol dire essere intolleranti al lattosio?
Vuol dire complicarsi la vita… (ride).
In poche parole, significa mangiare in modo molto più limitato rispetto agli altri.
È vero che da quando ho scoperto di avere questa intolleranza, una ventina di anni fa, le cose sono molto cambiate. Oggi sul mercato si trovano tanti prodotti alimentari che sono stati delattosati, cioè a cui è stato tolto il lattosio, forse anche perché i vegani (che non mangiano proteine animali) fanno tendenza, ma all’inizio per me è stato molto problematico, perché il lattosio è ovunque.

In quali alimenti si trova il lattosio?
Oltre al latte e ai derivati primari del latte, come formaggi o creme, il lattosio si trova ad esempio anche nei conservanti degli insaccati e in prodotti alimentari in cui non si penserebbe mai di trovarlo.
Non si tratta solo di escludere il latte. Latte in polvere, crema di latte sono molto utilizzati, anche nella ristorazione.

Chi è intollerante al lattosio quali difficoltà può incontrare al ristorante?
Be’, talvolta nella ristorazione si tende a sottovalutare questo aspetto.
Oggi esistono locali specifici che offrono menù senza lattosio o senza glutine, dove è vero che è più facile non incontrare difficoltà. Ma nei ristoranti comuni, se dico al cameriere o al cuoco che sono intollerante al lattosio e chiedo di essere informata sulla composizione dei piatti, può capitare come risposta: “Ah, non si preoccupi, c’è solo un po’ di burro”. Oppure: “Macché, c’è una spolverata di Parmigiano e basta”. Senza tener conto che anche “una spolverata di Parmigiano” o “un po’ di burro” per noi sono un problema. Insomma, l’intolleranza a certi alimenti può venir presa un po’ sotto gamba e considerata quasi una forma di snobismo, e ciò accade perfino in ristoranti di livello.
Una volta in un ristorante ho ordinato un primo piatto. Come sempre chiedo al cameriere se c’è formaggio o derivati del latte nella ricetta. Il cameriere risponde di no. Ho insistito, il cameriere è andato dal cuoco, è tornato e mi ha ribadito: “Stia tranquilla, signora, non c’è niente”. Mi hanno portato il piatto e a dire il vero ho notato una certa “cremosità” nel condimento della pasta che mi ha insospettito, anche se mi avevano assicurato che “non c’era niente”. Prendo una forchettata, e noto un retrogusto che mi ricorda qualcosa… ma siccome a volte in cucina usano la margarina, lì per lì penso che sia quella. Al secondo boccone, mi gonfia lo stomaco immediatamente, e dolori. Ho chiamato il cameriere, dicendo che ero sicura che fra gli ingredienti del piatto ci fosse qualche derivato del latte. Il cameriere torna con il cuoco, il quale candidamente mi risponde: “Ma no, signora, c’è soltanto la crema di latte”. Quindi la percezione che si ha di questo problema, a volte è lontana dal concreto.

E in pizzeria?
Ovviamente chiedo sempre una pizza senza formaggio, però nell’impasto poi non si sa cosa c’è esattamente, perché spesso aggiungono un po’ di latte per farlo venire più soffice. Quindi con la pizza non me la cavo tanto bene.
E a cena a casa di amici?
A parte gli amici più cari, a volte capita… “Eh, ma ora io non so cosa preparare, perché tu non puoi mangiare questo, non puoi mangiare quello”… Come se non ci fossero alternative. Ma le alternative poi ci sono sempre…

Come ti sei accorta di essere intollerante al lattosio?
Me ne sono accorta stando male! (ride)… Da sempre sono stata golosa di tutti i latticini. Dal latte ai formaggi, tutti… E le mozzarelle! Golosa, come si può essere golosi di un dolce. Me ne sono accorta a Parigi. Ero stata in una brasserie a mangiare formaggi francesi (ride)… E la sera sono stata malissimo, facendo prendere uno spavento terribile a una delle mie figlie, la maggiore, che era in viaggio con me. Dolori fortissimi allo stomaco, che davano anche un senso di oppressione. E poi ero gonfiata, anche nelle braccia, nelle mani, e non riuscivo a capire cosa fosse…
In passato avevo avuto qualche avvisaglia, qualche doloretto, ma non ci avevo dato peso. Come spesso accade in questi casi, trovavo giustificazioni dicendomi che forse avevo mangiato in fretta, non avevo digerito bene. In realtà era già successo qualcosa che avrebbe dovuto suonare come un campanello d’allarme. Dopo la seconda gravidanza, infatti, non ero riuscita a perdere peso e a ritornare al mio aspetto fisico di sempre, io sono sempre stata piuttosto magra. Eppure non mangiavo più di prima. Lì per lì mi dissi che non essendo più giovanissima, forse il metabolismo era cambiato. Ma in realtà erano i primi segnali che qualcosa non andava…
Qualche mese dopo l’episodio di Parigi, ecco un altro attacco in montagna… Anche lì, un’abbuffata di formaggi!… Mi riportarono a casa con la febbre alta. Al medico raccontai cosa era successo e a quel punto mi suggerì di fare delle prove allergiche… e in effetti risultai intollerante al lattosio.

Come fai per evitare gli alimenti che contengono latte o derivati del latte?
Mi informo. I primi tempi confidavo in quello che mi dicevano gli altri, ma poi mi sono resa conto che devo stare attenta in prima persona. Ad esempio quando facevo uno spuntino fuori casa, prendevo un sandwich al bar, chiedevo se fra gli ingredienti c’erano derivati del latte, rispondevano di no, e invece ci trovavo dentro una spalmata sottile di burro… “Ma ce n’è giusto una spalmatina”. Chi non è intollerante non si rende conto che il problema non è la quantità, ma la sola presenza che per me è intollerabile. E quindi ora leggo sempre le etichette di tutti i prodotti.
Inizialmente è stata dura. Ora ne parlo con leggerezza e tranquillità perché dopo vent’anni ho imparato a muovermi, so cosa scegliere, guardo, cerco. E poi questa tendenza vegana, a noi ci ha aiutato tantissimo. Dato che i vegani non inseriscono nella loro dieta nessuna proteina di origine animale, questo ci garantisce che un prodotto vegano non contenga né latte né suoi derivati.

E com’è la tua vita senza latte?
La mia vita senza latte è migliorata! (ride)… Beh, dal punto di vista della salute, certamente. Appena smesso di mangiare formaggi, nell’arco di qualche mese sono sgonfiata completamente. L’aumento di peso che avevo attribuito alla gravidanza e che non riuscivo a buttare giù, in realtà non era grasso ma gonfiore.
Comunque dopo tutti questi anni ho imparato a vivere, e vivere bene, anche senza latte. All’inizio però è stata dura.

Hai più fatto tentativi in seguito con latte o formaggi?
Ho provato ad assumere nuovamente il lattosio, anche perché mi dicevano che dopo qualche tempo bisognava provare a reintrodurlo nella dieta, altrimenti si perdevano gli enzimi… . E quindi ho provato con alcuni formaggi come il Parmigiano stravecchio che dicono si possa mangiare, ma a me dava noia lo stesso. Evidentemente, io gli enzimi li avevo già fatti fuori tutti! (ride …). Ma forse questa mia intolleranza aveva destabilizzato un po’ tutto, fegato, cistifellea, ne avevano sofferto tutti gli organi. Non assimilavo e incorporavo veleni.

Qual è il cambiamento più grosso che hai dovuto portare nella tua vita quotidiana?
Beh, eliminare le mie adorate mozzarelle! In particolare quelle di bufala che rimpiango continuamente… Quando ero piccola, mi ricordo mia madre in vista del compleanno mi chiedeva: “Cosa vuoi che ti prepari di buono?”. E io rispondevo: “Mamma, lo sai. Mi prendi una mozzarella di bufala e io sono felicissima”. Ero proprio golosa.
E poi non prendo più il caffellatte la mattina…

E come fa colazione chi è intollerante al lattosio come te?
A colazione prendo il caffè, il latte di soia e prendo i biscotti privi di lattosio, i Biscotti Toscani Gusto e Piacere della Ghiott, che quanto meno mi confortano…

Come hai scoperto i Biscotti Toscani Gusto e Piacere?
Mi sono stati suggeriti da un’amica che mi aveva detto che stavano uscendo. Li ho cercati e la prima volta non li ho trovati, non erano ancora stati distribuiti. Poi invece li ho trovati e adesso li trovo regolarmente al supermercato. E non li mangio solo io ma anche le mie figlie.

Anche le tue figlie sono intolleranti al lattosio?
La più grande di recente ha avuto problemi. Non ha ancora fatto le prove allergiche, ma dato che c’era il precedente in famiglia, le ho suggerito di provare a eliminare il lattosio e i miglioramenti sono stati immediati. E quindi anche lei fa colazione con i Biscotti Toscani Gusto e Piacere. Però la figlia piccola, che non ha problemi di intolleranza al lattosio, li mangia molto volentieri anche lei, perché gli piacciono.

E cosa ne pensi dei Biscotti Toscani Gusto e Piacere?
Che sono buoni!… (ride). Sono buoni e li consumiamo rapidamente. In particolar modo quelli con le gocce di cioccolato. Visto che non mi posso concedere tanti piaceri alimentari, mi piace trovare nei biscottini un po’ di cioccolata.

Li consumi soprattutto a colazione?
In genere sì, perché non sono abituata a mangiare dolci durante il giorno. Però a volte anche dopo pranzo, dopo il caffè a dire il vero, mi va ancora qualcosa di dolce, e un biscottino lo mangio volentieri.

Prima dei Biscotti Toscani Gusto e Piacere avevi altre preferenze di biscotti?
Prima si volava di fiore in fiore… Provavo vari prodotti, però poi spesso compravo i biscotti per la famiglia, quelli “normali” per intendersi, e io ovviamente non li mangiavo. Le fette biscottate non mi sono mai piaciute e quindi facevo colazione soprattutto con gallette di mais o di riso con un po’ di marmellata. Devo dire che da quando ho trovato questi biscotti li prendiamo sempre.

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