I Ghiottini si fanno sempre allo stesso modo dal 1953
“Silveria, vien qui… Assaggia un po’ questo biscotto… ”
“Oiòi Enzino, che ne hai inventata un’altra?”
Sì, Enzo Salaorni aveva inventato la ricetta dei Ghiottini e la prima a provare il nuovo biscotto fu sua moglie Silveria. E andò davvero così, come ben ci ricorda la stessa Silveria che ancora si diverte a raccontare le storie di famiglia, impastando persone e vicende nell’immancabile calderone unico della Ghiott, l’azienda di famiglia.
Da allora la ricetta dei più famosi biscotti Ghiott non è mai cambiata, facendo della qualità degli ingredienti e della qualità di una ricetta di tradizione familiare i suoi punti di forza.
Il 26 gennaio 2016 i “cantuccini toscani” hanno ottenuto dall’Unione europea il riconoscimento IGP, cioè l’iscrizione nel Registro delle Indicazioni geografiche protette. Per la Toscana è la ventesima registrazione IGP; una delle ultime era stata la finocchiona e da qualche mese si è aggiunta anche la Mortadella di Prato, portando il totale dei prodotti IGP toscani a quota 21.
Questo significa che i cantuccini prodotti seguendo il disciplinare, rispettando cioè le quantità e gli ingredienti che lì si stabiliscono, avranno la facoltà di avalersi del bollino di riconoscimento di Indicazione geografica protetta.
Naturalmente Ghiott ha una linea di Cantuccini Toscani IGP.
Però i Ghiottini resteranno i Ghiottini di sempre, unici, con lo stesso gusto, la stessa fragranza, lo stesso profumo che tutti conoscono e apprezzano. Perché la ricetta dei Ghiottini del 1953 non si tocca.